30/12/11

La pietra rossa dunque

Avevano ciondolato un sacco tutti.
Impegnatissimi a fare nulla di niente. Se ne stavano con uno sguardo beota (non beato, beota) a guardare il soffitto e le finestre laterali della sala d'aspetto del129 piano dell'albero nero che era finito.
Non dormicchiavano molto, solo si appisolavano ogni tanto.Dandosi il cambio giusto per dare l'impressione che stavano vegliando.
Dalla finestra della mega sala d'aspetto non si vedeva nulla se non nuvole e nuvole.
Erano come un soffice piumino che li avvolgeva, in questo niente di nulla e nulla di niente.
Finché.
Gallina non aveva più mal di piedi e si sentiva riposatissima.
Arizé si era stirato tutti gli ossicini e gli ossicetti, leccato bene il pelo, rifinito le zampe, insomma era pulitissimo e sveglissimo.
La rana aveva lucidato bene il verde del suo mantello che ora splendeva quasi brillante. E si era lavata tutte e quattro le zampe facendosi pure la manicure (si vede troppo che la narratrice ha bisogno di vacanze tipo wellness?)
Il gomitolo aveva trovato un ripiano su cui stendere tutto il suo filo e riavvolgerlo bello morbido e soffice. Si sentiva benissimo.
Vista lucida e brillante era più che riposato da ore.

"Era ora!" Disse una voce.

"Come era ora?" Tutti sobbalzarono.
"Era ora, era ora, uffa nonnepotevopiù divoi cheeravate stanchiemalmostosi".disse una voce piuttosto ...  seccata.

"Va bene, ora siamo pronti", ribatté argutamente la Gallina, cui il riposo aveva restituito un po' di cervello.

"Cosa dobbiamo fare? Cosa dobbiamo fare?" Saltellò il gomitolo.

A Vista lucida e brillante quasi gli venne una crisi di nervi: LA PIETRA ROSSA!!!

Dev'essere che la rana LaRé era un po' telepatica, perché si chiese: ma...non avevano una pietra rossa?

La voce disse: APPUNTO!

"Opperdinci" disse la gallina: "non so più dove l'ho messa.O povera me,datemi una mano a cercarla".
E sotto lo sguardo disgustato di VLB i quattro frugarono in tutte le tasche di ciascuno vicendevolmente 6volte. Niente.
Poi frugarono nella sala d'attesa peraltro vuotissima.
Niente.
Eppure...
Ma sì, ma sì disse la gallina. L'ho messa... per non perderla l'ho messa in un posto sicuro!
E cioé? Disse il pazientissimo gatto Arizé.

"Dunque al sicuro al sicuro.... ecco l'ho messa sotto al tavolino, attaccata con la cicca."

Vi era un'unico tavolino nel salone. E non sapremo mai da dove la Gallina avesse recuperato la cicca.

Ma finalmente . ecco la pietra rossa in tutto il suo splendore !


29/12/11

L'utilizzo della pietra rossa?

La mattina dopo tutti erano riposatissimi, pronti a riprendere la salita. Solo che l'albero era finito.
Finito finito. Proprio al centoventinovesimo piano. Ma non è che questo sembrava la cima dell'albero. No, aveva piuttosto l'aria di una sala d'attesa,di quelle degli aereoporti o dei treni, per intenderci. Spaziosissima bisognava dire. Alla gallina ci vollero trecentoventitrè svolazzi per girarla tutta. Al gatto praticamente lo stesso numero di passi felpati (forse meno della gallina perché lui non zizzagava mentre si muoveva).
La rana si prese molto tempo perché voleva vedere se trovava un'uscita.O una risalita. O qualunque cosa indicasse che di lì si poteva andare oltre. Il gomitolo confermò: niente di niente. Nemmeno uno straccio di ufficio informazioni. O di anima gentile pronta a dare consigli.
Allora ciondolarono fino alla noia, noia, noia. Non avevano fame.No.Curiosamente né fame né sete. Né sonno.
Fermi in una specie di tempo presente che non si espandeva da nessuna parte.
Soprattutto senza un futuro visibile, qualcosa che indicasse .... "ecco fra poco accadrà"....

Bisognava stare lì  nulla facenti e nulla attendenti.
Ma occorreva imparare a farlo. Allora la gallina cominciò ad osservare Arizé, perché come gatto, era il più abituato di tutti all'indolenza pura. E la rana anche cominciò ad osservare il gatto. E il gomitolo pure.
Insomma, non senza imbarazzo Arizé si ritrovò una banda di imitatori.
Che sonnecchiavano con un occhio chiuso e uno aperto. Che si stiracchiavano. Che ogni tanto facevano dondolore la coda (LaRé ebbe molte difficoltà ma alla fine ci riuscì, mentre il gomitolo una volta srotolato ebbe dei problemi a riarrotolarsi).
Intanto Vista Lucida e Brillante si stava veramente scoraggiando.
Ma come? avevano tra le mani la pietra rossa e non la usavano?
Ma cosa si aspettavano? Che fossero gli altri a raggiungere la cima?
Che la cima c'era benissimo, solo quegli sciocchi si erano fatti abbindolare dalla sala d'attesa.

Oppure....
Forse c'era un  motivo?

Allora VLB decise di provare anche lui a ciondolare come il gatto Arizé. Senza fare assolutamente nulla.
Vegetare. Nulla fare. Sostare. Impigrire senza replicare.
Bé. Non era così male ---- forse l'avrebbe fatto ancora per un po'.



27/12/11

L'utilizzo della pietra rossa

Il gruppo RGGG riprese la salita, contento di essersi lasciato alla spalle la lumachina, ma anche di aver sbocconcellato biscotti a più non posso. In fondo era vischiosetta ma non così antipatica, suvvia.
Ma, bando alle nostalgie... ora bisognava andare verso la cima (che sembrava sempre più lontana).
Arrivati al 124 piano avevano decisamente il fiatone e Gomitolo cominciava ad attorcigliarsi dappertutto, obbligando Arizé a sciogliergli i nodi e a pettinarlo per sistemare il filo. La gallina aveva (naturalmente) mal di piedi e aveva finito i sali per il pediluvio. LaRé, la rana melodica non si scoraggiava ma certamente le mancavano dei buoni vermetti di terra (insomma,una dieta senza proteine che dieta è).
Arizé non si lamentava (era un gatto filosofo, come tutti quelli cresciuti in strada) ma si chiedeva se Vista Lucida e Brillante li stava ancora osservando (in fondo era a causa sua che erano partiti in quest'avventura).
Arrivarono comunque al piano 125,126,127, 128, 129 e poi....
E poi cadde la notte. Non nel senso che scese la sera. No, no. Cadde di botto e si rovesciò con il suo buio totale sopra tutto e tutti.
Buio, buio, buio. E nemmeno una pila.

A quel punto Vista Lucida e Brillante si rese conto che doveva intervenire in qualche modo.
Dunque prese il suo canocchiale, lo puntò da un lato verso una CandelaDiLungaDurata e dall'altro verso il nostro gruppo di viaggiatori.
Così una piccola,anzi piccolissima luce riuscì ad attravesare il BuioTotale.
E la Gallina,Arizé,LaRé e il Gomitolo riuscirono almeno a trovare un modo dignitoso di accomodarsi per un pisolino, visto che erano stanchissimi.


25/12/11

All'ora del té

All'ora del té della lumachina (non certamente l'ora del té di una certa -risaped-) mentre quasi tutti erano invischiati dal discorso di desistemento della lumachina stessa, la rana LaRé risaliva impavida una credenza per raggiungere il bicchiere con pietre blu incastonate. Arrivata all'obiettivo si stava chiedendo come incastonare due nuove pietre su un bicchiere che non presentava lacune, quando le pietre blu che aveva in tasca iniziarono a tintinnare. E anche le pietre blu del bicchiere. Un po, un pochinodi più, più forte, fortissimo,FORTISSIMISSIMO.
Insomma era una vibrazione tintinnesca unica, che scuoteva tutti e tutte. Così la lumachina cominciò ad avere il solletico. E naturalmente a ridere.Come pure Arizé e il gomitolo (che saltellava dalle risa su e giù). E anche la gallina rise e rise a crepapelle.Finché non si rese conto che era davvero tardi, e che le chiacchiere della lumachina stavano facendo perdere tempo a tutti. Dunque con un fischio chiamò all'appello il gruppo GGR (una G mancava perchö appunto era lei che chiamava) e, acchiappato uno spazzolone che ciondolava da quelle parti, lo usarono per raggiungere l'uscita e quindi la porta e quindi il prossimo piano (settantaquattresimo per l'esattezza).
Evvai: per fortuna che c'erano state le pietre blu!

24/12/11

Quasi arrivati

Come andarsene senza rimanere invischiati?
Continuando a grattarsi il naso, LaRé si guardò in giro e di colpo notò una tazza dorata alta e con intarsi di pietre blu.
Era in un posto lontano, proprio in cima alla credenza e semisepolta da altre tazze e tazzine che cercavano di confondersi con lei. Ma era proprio dorat ae brillava ciononostante !!!E quegli intarsi di pietre blu le dicevano che il bicchiere avrebbe potuto aiutare tutti loro.
LaRé calcolò il tragitto e si lanciò.... un salto sul divano, uno sul tavolo di cucina, uno sulla sedia e ... ecco di colpo era sotto la credenza.
Ma il bicchiere era ancora troppo in alto, accidenti.
Allora le venne un'idea: appoggiò delicatamente (non troppo) una zampina sul pavimento che come ricorderete era ricoperto di bavina scivolosa.E si sporcò giusto quel tanto da essere anche lei appiccicosa.
Così cominciò a scalare la credenza. Pian piano, con qualche scivolatina ogni tanto.
E finalmente eccola in cima. Pian piano tolse dalle tasche le pietre blu (si, le tasche, non crederete che la rana se ne vada in giro "biotta"! più precisamente indossava un completo sportivo con pantaloni in velluto a righine e maglioncino shetland, un po' pungente ma certamente caldo) .
Insomma, era in cima, ma ancora non sapeva come fare con le pietre blu.
(qui andiamo avanti anche qualche giorno dopo Natale... ma ormai le storie hanno la tendenza a procedere per proprio conto, come sapete :-)
(Buona vigilia :-)

Verso la cima

La lumaca dei piani alti in quei giorni era indaffaratissima a preparare il suo famoso sciroppo contro la tosse, e quindi osservava preoccupata tutto quel gruppo di RGGG pensando a quanto tempo le avrebbero fatto perdere, lei che notoriamente era una che se la sbrigava.... con calma.
Poi questi qui volevano raggiungere la CIMA dell'albero nero! Che sventati!
Scosse la sua sciarpa colorata e si dissé: Vebbé, offriamogli almeno una tazza di tisana (la gallina sembrava malaticcia e il gatto continuava a starnutire) e poi vediamo come farli desistere dal loro piano".
Così invitò tutti nel suo attico del 73esimo piano (al 72 era andata a raccogliere ingredienti per lo sciroppo) fornito di tutte le comodità.
L'unico problema, si disse la rana LaRe, era che quel posto era scivolosissimo!
Che delle lumache si sa che lasciano in giro una bavina (direbbe il mio nipotino) trasparente e vischiosa,che va bene per la tosse ma non per camminare...
Per fortuna c'era Gomitolo, che si lanciò di traverso tra la porta e il divano e così tutti riuscirono ad accomodarsi.
E la lumaca iniziò la cantilena di desistemento: che non vale la pena. Che la cima è freddissima e che non si vede nulla. Che delle pietre rosse e blu nessuno sapeva cosa farsene. E che comunque Vista Lucida e Brillante non li vedeva più.
Insomma, una vera cantilena scoraggiante, servita con il té e i biscotti allo zenzero, che peraltro alla gallina piacevano moltissimo, e a quelli alla cannella di cui Arizé era ultragoloso.

LaRé si gratto il naso (ce l'ha il naso, ce l'ha) e pensò che quel té era un po' vischioso, come tutta la stanza e tutta la cantilena.
Bisognava proprio uscire di lì e in frettissima!

21/12/11

Ho bisogno di tisana

Scusate, ma oggi  proprio non sto bene. Sogno un bagno caldo e una tisana.... E nanna :-)

20/12/11

Di piano in piano

La salita era faticosa ma non particolarmente difficile: da un ramo all'altro Gallina,Gatto(Arizé) Gomitolo e Rana (LaRé) arrivarono al 40mo livello(ovvero quando due rami si incrociano in modo che si capisce che si può fare pausa).
Ma... più guardavano in alto e più la cima sembrava lontana, accidenti.
Vista Lucida e Brillante li seguiva col suo canocchiale, sperando di vedere anche lui qualcosa di interessante.
Ma niente,solo rami e piani,piani e rami. Qualche foglia e scoiattolo,ma sempre più rari.
La gallina si mise a sbuffare. Il gomitolo sentì che i suoi nodi si allentavano. La rana sperava sempre meno di un bel principe che la baciasse. E il gatto aveva persino nostalgia del suo guinzaglio.
Fiché, al 72mo piano.... apparve una lumaca verdolina.
Una vera lumaca dei piani alti, con una sciarpa colorata perché le piaceva darsi le arie...
Appunto :-)

19/12/11

Sembrava confusione

La gallina però aveva un dubbio: le pietre le avevano trovate, ma non le avevano con sè per salire sull'albero.
Invece il papà del bambino (Vista Lucida e Brillante, col canocchiale) diceva che occorreva prenderle.
Vista Lucida e Brillante scosse la testa: ma quella gallina era proprio.... una Gallina perdinci.
Chiaro che le pietre potevano prenderle. Ma solo in prestito...!
Come fare a fargliela capire?
Visto che non aveva più bigliettini anonimi decise per la telepatia.
Ma non funzionò.
Con l'alfabeto Morse.

ma nessun altro oltre lui lo conosceva.
Allora cominciò a sperare in un colpo di genio di Aziré, notoriamente astuto.
Invece fu il minidrago a parlare.
In un orecchio al gomitolo, che essendo uno che non perdeva mai il filo del discorso, riportò esattamente le parole del mini drago alla Gallina.
Che capì, svolazzò e firmò la ricevuta per il prestito di una pietra rossa (al minialbero dorato) e di due pietre blu al medio albero argentato.

E finalmente cominciarono a salire, arrampicandosi, o saltellando, o lanciandosi di ramo in ramo.
Per cercare di raggiungere la cima :-)

18/12/11

tutti per uno

Come avrete immaginato la soluzione per raggiungere l'albero era semplicissima:-).
Bastava che tutti si muovessero in direzioni diverse e così, l'albero nero non seppe cosa fare e rimase fermo.
A quel punto la rana LaRé gli si avvicinò con tre saltelli di corsa e così l'abero fu raggiunto.
Arizé depose le due pietre blu sull'albero argentato. Eil minuscolo drago depose la sua pietra rossa sull'albero dorato. Perché era matura al punto giusto.... semplicemente.
E, dunque disse la gallina. Ora ricordiamoci cosa diceva il padre al bambino:
"Se osservi il bosco dall'alto dell'albero nerissimo. Portando con te una pietra rossa e due pietre blu. Vedrai il tesoro che tutti cercano. E che si trova esattamente ad un palmo di naso".
Dunque ora bisognava prendere le pietre e cominciare a scalare l'albero:-)

17/12/11

Verso la soluzione?

Di fatto una delle ricerche sembrava risolta: Aziré e LaRé stavano arrivando con le loro splendenti pietre blu. Quanto alla pietra rossa ... per intanto se ne stava in fronte al minidrago e la Gallina e il Gomitolo non avevano cuore di staccargliela.
Dunque, prima fecero un ottimo pic nic: torta di zucca e arachidi, sciroppo di lampone e insalata di aghi di pino con germogli di salsapariglia (si, quella dei puffi, che se non lo sapete si mangia ed è pure buona).
Poi si avviarono verso l'albero nero....
Ma mentre camminavano in quella direzione, non si capisce bene come mai, l'albero, che prima era vicinissimo, sembrava si allontanasse.
Anzi. Si allontanava proprio. Senza farsi notare,mentre loro facevano un passo, lui faceva mezzo metro di lato.Oppure in avanti.
Insomma. Era un albero-mobile.
Provarono ad imbrogliarlo. Mentre tutti stavano fermi, solo il gomitolo fece un passo.
Macché.
Se ne accorse subito.
Poi fu la volta della gallina. Che cercando di non farsi notare ... fece uno svolazzo.
E l'albero svolazzo anche lui, un po' più distante. Giuro.
Poi ci provò il gatto, col passo felpato.
E l'albero pure, felpò.
Dei saltelli della rana se ne fece un baffo letteralmente. Che lui saltellò più in alto.


(che noia disse Vista Lucida e Brilllante, qui non si va avanti...!)
E no, disse la narratrice. Ci vuole un po' di suspence, se no che storia è?
Mi sa che annacqui il brodo, ironizzò Vista Lucida e Brillante.
MaNoMaNo! è che devo uscire.... :-)
D'accordo. E di quei quattro e dell'albero cosa ne facciamo?
Li lasciamo lì, che si riposino un po' :-)

16/12/11

Leckerli di Basilea

Oggi pausa dolce. Eccovi la ricetta, trovata QUI

BASLER LECKERLI (Leckerli di Basilea)
Ingredienti:
450 g di miele di millefiori o anche di acacia
400 g di zucchero
400 g di mandorle sbucciate e tritate grossolanamente
150 g totali di scorze d'arancio e di cedro candite
10 g di cannella in polvere
5 g di miscela di noce moscata e chiodi di garofano in polvere
500 g di farina
50 g di Kirsch
2 bustine di vanillina (meglio un bel cucchiaino di vaniglia naturale)
2 pizzichi di sale
250 g di zucchero
80 g di acqua
 
Riscaldiamo il miele con lo zucchero fino ad ottenere una miscela liquida ed omogenea. In una larga terrina mescoliamo tutti gli altri ingredienti (meno il Kirsch), versiamo sopra il composto ancora caldo, mescoliamo, aggiungiamo il liquore e impastiamo brevemente. Rovesciamo la massa (che sarà piuttosto appiccicosa) su una placca ricoperta da un foglio di carta forno, lasciandola brevemente intiepidire per poterla meglio lavorare. Cominciamo a stendere il composto con le mani inumidite. Copriamo con un secondo foglio di carta forno e, aiutandoci con un matterello, stendiamolo ad uno spessore uniforme, occupando tutto lo spazio della placca. Togliamo il foglio di carta dalla superficie, pareggiamo bene e cuociamo nella parte bassa del forno, preriscaldato a 180°C, per circa 14-15 minuti. L'impasto deve diventare un bel marroncino dorato. Non va assolutamente cotto di più perché diventerebbe amaro. Subito dopo la sfornata pennellare più volte la superficie con la ghiaccia all'acqua ottenuta portando ad ebollizione lo zucchero con l'acqua, continuando la cottura per 5 minuti. In breve si formerà una candida camicina. Con sveltezza suddividiamo in quadretti o piccoli rettangoli, prima che il tutto si raffreddi. Durano parecchio tempo, se conservati in scatole di latta ben chiuse.
 

15/12/11

Scommetto che vi eravate dimenticati di VistaAcuta&Brillante, che se ne sta lì col suo canocchiale lucido a guardare nel bosco.
Non gli era sfuggita la caccia alla scala e nemmeno il gomitolo che gironzolava per srotolare una spoletta dorata.
Ma si chiedeva come avrebbero fatto a risolvere la questione delle pietre blu (LaRé e Aziré) senza avere il suo libro di istruzioni. Che lui sapeva benissimo come fare, perché aveva un manuale per convincere le pietre refrattarie (sapete, son quelle che si usano anche per cucinare, e hanno l'indole refrattaria in ogni caso...)
Ma come fare a suggerirlo?
Poi doveva verificare cosa stava succedendo a gallina, gomitolo e minidrago.
Guardò bene dove si trovavano. Ah, ecco, esattamente tra il tiglio e il palissandro (quel palissandro lì comincia ad avere un che di sospetto, è sempre in mezzo alla storia, accidenti....). Ma non facevano niente di speciale, o meglio, niente di utile.Stavano dormendo!!!
"Pigroni " pensò tra sè e sè. Se va avanti così la storia finisce a Pasqua, altro che a Natale.
Comunque doveva trovare il modo di informare LaRé e Arizé.
Si sdraiò a terra per pensare. Addentò una fetta biscottata alla Nutella e chiuse gli occhi.
(non, non si addormenta lui, lui è uno serio...)
Pensa e ripensa, pensò che l'unica soluzione era spedire un biglietto anonimo. 
Che mica poteva far sapere ai personaggi della storia che lui li stava guardando....

Dunque, prese le istruzioni, le arrotolò per bene e le infiò in una cannuccia.
Prese la mira e soffiò.
Ecco.... il biglietto superô  il palissandro, salì verso il prato, svoltò a (dove deve svoltare già? Ah, a sinistra) e poi incontrò la tana della talpa abbandonata (non la talpa, la tana...) e  si infiò giù per la scala cadendo delicatamente vicino a LaRé. Che non sapeva leggere e allora passò il messaggio ad Arizé.
Arizé lesse una volta. Poi lesse la seconda e si stropicciò la testa. Poi lesse la terza e si stropicciò le orecchie.

Mmh,si disse.Non so se sono capace.Ci provo ma non sono sicuro.
Per rabbonire le pietre refrattarie bisognava (vi prego, non scandalizzatevi)...
Bisognava dicevo, cantare una canzone.
Ma non una qualunque.
E non in un modo qualunque.
Su su, disse la rana, qual'é la canzone?.
"Dimmi cosa devo fare e lo faccio, Uffa!"

Insomma, bisognava cantare in fila:
Azzurro, con la voce di Adriano
Blu, le mille bolle blu, di Mina
Volare, di Modugno.

Una strofa ciascuno e alternando le canzoni.
Senza confondersi. Si chiamava infatti la famosa "melodia in blu" per pietre blu refrattarie.
Che funziona come l'omeopatia, con la legge dei simili.

Poiché LaRe erastonata andò benissimo. Perchéuna regola delle istruzioni era di cantare il tutto in modo stonato. E su questo LaRé aveva un dono naturale.
Eddunque pian pianino le due pietre blu si avvicinarono fiduciose e non scaparonopiù.
Arizé aprofittò di un momento di distrazione della scala e la fissò per bene a terra.
Così entrambi poterono ucire dalla tana bellissima ma non comodissima.
Trionfatni con le pietre blu! Ecco! (9)

(gli errori di battitura sono dovuti al fatto che la scrittrice scrive a occhi chiusi per il sonno)







14/12/11

Da basso

Eravamo che Arizé era riuscito ad acchiappare la scala e dunque ora si poteva andare dabasso.
Dopo aver giocato a nascondino per un po' (la scala non ne voleva sapere di smettere subito) finalmente lei si decise a tornare alla sua sede abituale.
Vi dico dov'è così lo tenete presente quando vi capita di doverci andare anche voi:
a) andare dietro al palissandro
b) contare fino a 27 e poi girare a sinistra
c) dopo salire un po' a destra e saltare dietro al sasso colorato
d) infine appoggiarsi vicino ad una tana di talpa appena abbandonata
e) ed eccoci arrivati all'entrata di dabasso (LaRé si chiese se poi sarebbero riusciti a tornare di sopra...)
In ogni caso dabasso era stupendo.La prima sala era effettivamente un po' piccola e il soffitto si poteva toccare con le mani.
Ma i locali seguenti erano stupendi: un salotto bordeaux e uno lilla. Poi una cucina tutta verde e la sala da bagno col pavimento di piastrelle blu notte e le pareti celestine. Infine una fila di camere da letto, ognuna con un paesaggio diverso. Insomma, un dabasso davvero lussuoso. Alla rana piaceva soprattutto la camera da letto con lo sfondo del fiume.Le pareva quasi di essere tornata dalle sue parti. infatti si appisolò su uno dei cuscini che sembravano pietre.
Fu il gatto Arizé a svegliarla,ricordandole :Le pietre blu, dobbiamo cercare le pietre blu!
Ah, rispose LaRé: se è per quello le ho viste all'entrata...
Allora andiamo riprese il gatto, che qui perdiamo tempo...

Andarono nel primo locale e presero le pietre blu, che effettivamente erano appoggiate sul tavolino,dentro una ciotolina gialla.
Fecero due passi per cercare l'uscita (la scala era ancora ndata a giocare a nascondino) quando si accorsero che le pietre erano  tornate nella ciotola gialla.
Eppure , si grattò la testa LaRé, mi pareva di averle prese.
Eppure si disse Arizé, le avevo propro in mano. .
Si concentrarono e ripresero le pietre: dopo due minuti erano ancora nella ciotola. Proviarono al terza volra e di nuovo... le pietre tornarno al loro posto in men che non si dica.

Al decimo tentativo si sedettero  stanchissimi. 
E decisero di aspettare la scala che sicuramente sapeva come fare.
Presero un cuscino per uno e si addormentarono.
E anche noi fra poco (8) 

13/12/11

Pausa di Santa Lucia

Oggi sono di corsissima , dunque la storia fa una pausa e vi propongo una canzone che  mi mette di buon umore


12/12/11

Il molteplice

Gomitolo rosso e gallina invece andarono in biblioteca. A cercare evidentemente un libro sui draghi. Furono fortunatissimi: proprio vicino al manuale dell'ornitorinco (vicino a quello dell'echidna, da non confondere con l'echinacea, quest'ultima salutare erba antibiotica) c'era un manuale piccolissimo, con parecchi disegni dettagliati, che si intitolava: almanacco dei draghi di ogni sorta, del mare, del cielo,di terra e del fuoco. E del vento (spero di non aver dimenticato alcun elemento...)
Chiesero diligentemente il libro in prestito: solo per un mese? Mmmhh. Mi sa che è meglio due disse il gomitolo, che aveva il senso del tempo. Vada per due, sorrise la bibliotecaria (di cui non parliamo perché è una comparsa, finché non ci viene in mente di farla diventare un personaggio).
E così con il librino almanacco tra le mani si sedettero sotto l'albero nero e cominciarono a leggere.
Passarono le pagine ad una ad una, ma di draghi con pietre rosse nemmeno l'ombra.
Allora passarono le pagine dal rovescio (dall'indietro all'avanti) e poi sopra e sotto.
Niente. C'erano draghi terribili, che solo a guardarli si rimaneva impietriti, ma nessun drago dalle pietre rosse.
Che fare? Si chiese la gallina. Che facciamo? si chiese il gomitolo.
Scrollare!!!!!
(ma come mi vengono in mente le cose a volte mi domando)


Scrollare?? (chi ha detto scrollare?)
Una voce ha detto Scrollare!
va bene, disse irritata la gallina.Ma la voce di chi?
Era il librino, che aveva perso la pazienza e visto che i suoi lettori gli sembravano un po' incapaci, aveva deciso di dar loro una mano. In più era un sacco che nessuno gli dava una bella scrollatina...
E così ...gomitolo e gallina iniziarno a scrollare il libro-almanacco. Prima cautamente. Poi prudentemente. Poi un po' più forte e infine....FORTISSIMO!.


Dlin!!!
Dlin!!!


Dal librino uscì una monetina.
E poi cadde un cucchiaino.
E poi una forchetta minuscola.
E poi una spoletta di filo dorato.




Allora il gomitolo, che se ne intedeva di fili, cominciò a srotolare la spoletta.
Se la portò a spasso nel bosco, e fece girare il filo dorato sopra gli alberi e fra i rami.
Srotolò per tre chilometri e ducecento passi.
E alla fine, alla fine della spoletta... Ecco spuntare un drago piccolissimo!
Anzi un "minidrago". Che portava con sè un secchiello e una paletta.
E sulla fronte una bellissima pietra rossa ! (7)



11/12/11

Una strada ciascuno

Il gatto e la rana cominciarono a cercare la scala per dabasso. Gomitolo e gallina cercarono il libro sui draghi per capire di che specie fosse quello con le pietre rosse.
Siccome è un po' complicato seguire in contemporanea i due percorsi, faremo un po' per ciascuno, d'accordo?
Stasera andiamo dabasso.
Il gatto (ma come si chiama? solo gatto?) No, si chiama Arizé. E la rana si chiama "lasciamitranquillachenonhovogliadiparlare" (la sua mamma era irritabile alquanto al momento di darle un nome). Per fortuna tutti la chiamavano LaRé (che è come le note musicali ma in effetti sono le sillabe iniziali e finali del nome).
Arizé e Laré perlustrarono tutto il bosco, foglia per foglia, domandando a tutti gli scoiattoli e i merli. Ma la scala per dabasso non si trovava.
Salirono anche sul larice e sul palissandro (non loavete mai visto? nemmeno io, però ci sta benissimo come albero vero?)e poi girarono tutte le pietre,una per una.
Ma la scala per dabasso non c'era.
La prima sera si incoraggiarono l'un l'altro. Domani andrà meglio si dissero.
La seconda sera LaRé incoraggiò Arizé:domani andrà meglio,vedrai.
La terza sera Arizé incoraggiò LaRé: sono certa che domani la troviamo quella scala birichina.
Birichina? Si addorment`pensando, LaRé.
Birichina? Si sveglio di sopprassalto Airzé.

Ecco! Si disser l'un l'altro scontrandosi in cucina.
è una scala birichina e le piace giocare a nascondino!!!
E così si misero dietro al palissandro (sentite che bel nome :palisssssssssandro....eh. Un albero di lusso).
Dicevo, si misero dietro al palissandro e LaRé si mise a contare. Arizé rimase cautamente ad osservare.
Uno,due,tre,quattro,cinque,sei, sette, otto,nove....
Intanto che LaRé contava si sentì un fruscio. Arizé sogghignò. Come si diceva dalle sue parti: "conosco i miei polli, pur se trattasi di scale birichine".
... ventisette, ventotto ventinove e TRENTA! Chi èfuori é fuori e chi è dentro è dentro! Proclamò LaRé (che quando si trattava di giocare a nascondino non la zittiva nessuno).
E proprio mentre stava per girarsi, ecco con un guizzo veloce la scala fare un saltello dietro la Pietra Ostacolante (di lei parliamo un'altra volta).
Ma ad  Arizé non era sfuggito nulla e con un salto felino (ben appunto trattasi di un gatto) l'acchiappò al primo scalino.
Eccola, eccola la scala! disse trionfante.
E la scala corrucciata disse. Va bé,adesso tocca a me a contare...

Si,si,disse conciliante LaRé.... solo avremmo un piccolo piacere da chiederti....(6)

10/12/11

Parole all'uncinetto

VistaAcuta&Brillante si organizzò ben bene in mansarda: Nutella, fette biscottate e sciroppo per cominciare.
Poi un quaderno per prendere appunti (voleva essere sicuro di non farsi sfuggire nulla) e uno sgabello (era troppo basso per guardare dalla finestra, dunque ci voleva un supporto).
Bene, era pronto, prese con cautela il canocchiale e lo puntò verso il bosco.
Nulla.
Ah,aveva dimenticato di togliere il coperchietto alla lente.
Lo tolse e ricominciò a guardare.
Ed ecco: vide due scoiattoli che saltellavano tra un ramo e l'altro delle betulle.
E ilnido dei merli.
Ma della gallina traballante intravista giorni prima, nessuna traccia.
Non si perse d'animo e addentò una fetta biscottata alla Nutella. Che le investigazioni richiedono tempo ed energia.
E poi si mise lì tranquillo, come faceva suo papà quando andava a pesca: prima o poi qualcosa arriva diceva :-)

Intanto la brigata GGGR (accidenti,quella R in finale fa impressione, vediamo di cambiare)
Intanto, la brigata RGGG (rana, gomitolo, gatto, gallina) si stava chiedendo dove trovare le pietre (una rossa e due blu) per salire sull'albero.
La rana che non parlava mai, nemmeno quando era interrogata, si grattò la punta del naso (ce l'ha,ce l'ha il naso la rana, cosa credete?). Poi disse a bassissima voce al gatto (bsbtbbstev). E il gatto disse a bassissima voce al gomitolo (Bsitversobsitversola). Allora il gomitolo pensò che quelle parole erano tutte attorcigliate e bisognava scioglierle. Dunque prese l'uncinetto (vedete che serviva?) e cominciò a infilare una maglia dietro l'altra. E in ogni maglia una lettera.
Così, verso il tramonto la gallina potè finalmente leggere il messaggio all'uncinetto.
"le pietre blu sono da basso, la pietra rossa invece devi andare a prenderla dal drago"

Finalmente si poteva partire. Il gatto e la rana dissero entusiasti che loro sarebbero andati dabasso a prendere le pietre blu. Molto meno entusiasti, la gallina e il gomitolo si chiesero dove fosse il drago.
 (5)



09/12/11

Riordino

Il mattino dopo la gallina scese dall'albero nero e dai fili di lana e decise che, prima di partire bisognava fare ordine. Nel senso: contare i viaggiatori, preparare le valige e decidere il percorso e gli orari. Che se no  ci si disperde e dopo la storia non ha più né capo né coda (nè filo...).
Allora: contare i viaggiatori:
Gallina. Uno. Gomitolo. Due. Gatto (senza guinzaglio). Tre. Rana che era vicino alla fontana e ora non si sa dove è finita. Quattro.
Preparare le valige:
Ben, per lei poca roba: noccioline americane, qualche pailettes per le serate di gala (che in ogni storia ci deve essere una serata di gala, con balli e principi) e sali da bagno per i pediluvi.
Per il gomitolo: ago da rammendo per riparare gli strappi eventuali, uncinetto (per ogni evenienza) e stelline decorative (sempre per la serata di gala).
Per il gatto. Cibo per gatti della Marca Migliore. E collare rosso con campanellino... per tintinnare nella serata di... gala (sapete che Gala in Svissera è anche il nome di un formaggino?)
Per la rana. Allora, è risaputo che i rospi si trasformano in principi e le rane si trasformano in principesse. Dunque occorreva biancheria di ricambio per le trasformazioni eventuali (mica vorreste una principessa senz'abiti, vero?). Poi un paio di jeans et un pullover caldo (casual princess ;-). E anche un costume da bagno (certamente anche da principessa avrà voglia di tuffi).
Percorso.
Prima di tutto una bussola. Ce ne ho una bellissima a forma di coccinella. Non so mai come usarla ma sicuramente la rana lo sa.
Poi si va verso nord? Nooo, lì fa freddo.
Si va verso Est, che è il luogo dell'inizio e gli inizi sono sempre promettenti.

Fece (la gallina) un fischio lungo e sottile e rana, gatto e gomitolo arrivarono trafelati sotto l'albero nero.

Si ripeterono la consegna: "Se osservi il bosco dall'alto dell'albero nerissimo. Portando con te una pietra rossa e due pietre blu. Vedrai il tesoro che tutti cercano. E che si trova esattamente ad un palmo di naso".

La questione era prendere la pietra rossa e le due pietre blu. Per cominciare. Poi si sarebbe iniziata la scalata. Esattamente volgendosi ad est dell'albero nero e salendo salendo salendo.

Ma forse vi è sfuggito un dettaglio: la pietra rossa non andava presa dall'albero dorato. E le pietre blu, non dall'albero argentato. Ma dovevano essere trovate e PORTATE ai due alberi. Per avere il permesso di salire in alto in alto all'albero nero.

Insomma, prima di salire sull'albero bisognava trovare le pietre. Certamente partendo da est, ma.... in quale direzione?
La gallina decise che occorreva organizzare una riunione. (che in effetti fa rima con direzione, avete notato?)

Intanto il bambino (non ha ancora un nome, ma prima o poi lo trova) aveva finito le lezioni ed era passato dalla Nonna Bis Nonna.
Per il regalo anticipato di Natale: un vero canocchiale per vedere lontanissimo nel bosco.

E la Nonna Bis Nonna lo interrogò ben bene sulle tabelline (quelle più difficili: 7x8? 9X7?). Poi lo interrogò sui sette re di Roma e sul nome dei sette nani (accidenti, ne dimentico sempre uno). Il bambino rispose a (quasi) tutte le domande.
Così la Nonna Bis Nonna prese il canocchiale che aveva nascosto nel baule e lo lucidò.

Poi lo consegnò al bambino dicendo: Ecco, ti nomino "vista acuta e brillante" (per gli amici VAB) e d'ora in poi sarai custode del canocchiale di famiglia! 
Ecco. (4) 







08/12/11

Per un attimo...

per un attimo, o forse un millesimo di secondo il bambino alzò gli occhi e vide un albero nero che aveva un orlo di lana rossa. E un'appollaiata-traballante gallina. Si stropicciò gli occhi e quando li riaprì non c'era più nulla, solo un bosco scuro e una notte stellata.E un angolo di luna insonnolita dietro a una coperta-nuvola.

Decise che allora si sarebbe fatto regalare un canocchiale. Ma per subito, non per Natale (bisognava convincere che i regali arrivassero in anticipo, e questo era in effetti un problema).
Passò una parte della notte da sveglio  (minima, diciamocelo,che i bambini credono di stare svegli a lungo, in realtà stanno dormendo con sogni lucidissimi) ragionando su come ottenere un anticipo di Natale.
Al mattino si svegliò sapendo benissimo cosa fare: La Nonna-Bis-Nonna, chiamata così per gli innumerevoli nipoti, avrebbe accolto l'idea dell'anticipo (speriamo).
E andò a scuola fiducioso.

Intanto gallina e gomitolo si erano addormentati una volta e svegliati 3 volte (perché a turno i tre alberi si erano messi a russare, e se il russio dell'albero piccolo e di quello medio era sopportabile, non credo che quello dell'albero altissimo vi sarebbe piaciuto.

Ma ora tutti dormono,
E anch'io :-)





07/12/11

Appena in tempo

Il gomitolo fece un saltello. La gallina si fermò. Il gatto si zittì.
Perché nel bosco del disegno di Tom, c'erano degli alberi straordinari. Non si vedevano subito, solo dopo una camminata lunga come da qui a là.
Il primo era minuscolo, alto come tre noci. Era completamente dorato e luccicava di pietre rosse.
Il secondo era alto abbastanza ma non troppo. Era tutto argentato e luccicava di pietre blu. Il terzo era alto, anzi altissimo. Nero come il carbone, non se ne vedeva la cima, ma spiando verso l'altro si intuiva il brillare di un'unica pietra color della luna.

I nostri G and G e G osservavano a bocca aperta. Anche il gomitolo, sì. Che aveva voglia di vedere da vicino la pietre di luna. Allora cominciò a saltellare sui rami neri anzi nerissimi. E la gallina saltellò sui fili tesi tra i rami.
Ma il gatto non si fidava. Quell'albero gli pareva troppo serio.
Si accovacciò accanto all'albero d'oro e iniziò a fare le fusa. Rrronn-Rrrooon- Rrronn-Rrrooon- Rrronn-Rrrooon-
L'albero argentato chiuse gli occhi.
L'albero nero come il carbone invece si svegliò di colpo.
E vide che esattamente tra il suo 16mo e 18mo ramo c'erano due esseri strani che lo solleticavano.
Iniziò a ridere e ridendo si scrollò.
Così la luce della pietra si inclinò e il gomitolo e la gallina videro oltre al bosco.

Una casa, una finestra, un bambino e un padre.
Che diceva esattamente così.

"Se osservi il bosco dall'alto dell'albero nerissimo. Portando con te una pietra rossa e due pietre blu. Vedrai il tesoro che tutti cercano. E che si trova esattamente ad un palmo di naso".



06/12/11

Senza obnubilare

è una parola, nel senso che starsene belli stabili negli attraversamenti non è cosa da poco. La gallina si attaccò al gomitolo, il gomitolo al gatto e il gatto al guinzaglio . Così ce la  fecero, non si sedettero e arrivarono oltre, dentro al disegno.
Però ho scordato di dirvi cosa c'era disegnato sul foglio di Tom, il pittore di strada.
Era un abbozzo, non ancora completo.Di una fontana e di un prato. E più in là una panchina rossa anche lei.
Così il gomitolo si accovacciò, il gatto si arrotolò e la gallina si mise a pensare.
Che finire nella bozza di un disegno è una bella responsabilità, un mondo di possibilità aperte e un evento unico a renderle presenti.
Ma quale evento scegliere?
Chiuse gli occhi (come le aveva insegnato Iorandui) e attese di vedere cosa poteva stare nel disegno.
Un acero era insistente: voleva il suo spazio. Ma dove? Là in fondo? Oppure più vicino? Che bisognava capire: messo troppo vicino al muro (si, ora che guardo meglio c'è anche un muro celeste in fondo al disegno), dicevo troppo vicino al muro, poi crescendo non avrebbe avuto spazio. Perché gli alberi anche nei disegno crescono, cosa credete?
D'accordo, l'acero poteva stare lì. Giusto lì e non un centimetro prima o dopo. E fermo. Che non sia mai che un acero continui a muoversi su e giù in un prato disegnato.

E una rana. Credo che una rana ci stia benissimo. vicino alla fontana, che è in realtà un vecchio lavatoio di pietra con la rana che se ne sta accovacciata sul suo lato sinistro.
Il gomitolo si era riposato abbastanza.Il gatto aveva sciolto il guinzaglio (dentro al disegno si può). Insieme trotterellarono vicino alla gallina,che chiamo là rana. Con un fischio lungo e sottile come solo san fare le galline.

Iorandui osserva e ancora non è sicuro. Da un sacco d'anni era andato a pescare ma proprio oggi due uomini in un bar si sono messi a parlare di pesca vicino ad una fontana.  E gli era venuto in mente che forse c'era ancora bisogno di lui, da queste parti

Dunque eccolo qua, sempre silenzioso e in attesa.

Per intanto i nostri eroi se ne stanno andando verso il bosco, come in tutte le storie degne di questo nome.
E noi ci dormiamo su una notte, per capire dove stanno andando :-) (2)


05/12/11

Attraversare

Mi pare ci fossero una gallina e un gatto anche nella storia del brutto anatroccolo. Che era da loro che aveva trovato rifugio temporaneo?  Però il pettirosso non c’era.
Il gomitolo rosso saltella sugli scalini della metropolitana. Scalpita perché vorrebbe salire in fretta. Ma il gatto non può perché è al guinzaglio, e la gallina ha un po’ male ai piedi.
Allora si mettono d’accordo e saltano tutti dentro al disegno di Tom, il pittore di strada (proprietario del gatto). Lo so, questa storia del salto nel disegno vi ricorda Mary Poppins. Anche a me. Ma non vogliamo personaggi canterini, suvvia, solo qualcosa di diverso dalle scale della metropolitana.
Allora:  saltano nel disegno gatto, gallina e gomitolo (avete notato che iniziano tutti per G? Quasi come il Grande Gigante Gentile…). Il gatto perché il guinzaglio gli impedisce di allontanarsi, ma non di addentrarsi. La gallina perché le hanno detto che da quelle parti c’è una fontana magica e rilassante per i suoi poveri piedi. E il gomitolo rosso perché gli hanno promesso un telaio dorato, sul quale inerpicarsi.
Mmh. Nelle storie dentro ai disegni, o dentro agli specchi, nessuno racconta mai come ci si sente nel momento dell’attraversamento.
Perché non è mica come un ‘tac e tac’, cosa credete? No, saltare dentro un disegno (degli specchi potremmo parlare un’altra volta) è come… Eh, difficile da spiegare se non si ha mai provato.
È come appoggiare i piedi su una torta meringa, che sopra ha la panna e sotto è delicatamente friabile. Con anche un che di colloso. Avete un’idea?  Bene, questo è l’inizio, diciamo appena si appoggia il piede (lo so, il gomitolo rosso non ha piedi e infatti si è già impiastricciato dappertutto…!) . Un secondo dopo (diciamo al primissimo strato di meringa) si sente qualcosa di liscio, liscio, liscissimo. A quel punto meglio lasciarsi scivolare facendo attenzione a non riempirsi di caramello (che appiccica e non fa bene alla salute) e sperare di finire… (finire? No, no, abbiamo appena iniziato).
Dunque riprendiamo:  incrinatura tra panna e meringa, scivolata sul caramello e poi, dopo esattamente 1.5 secondi (neanche il tempo di tirare il fiato) sentite un vento agrodolce (si, agrodolce) che vi attraversa e vi suggerisce di sedervi.
Ma voi non vi sedete: guai! Che se no, non riuscireste mai a tornare indietro, invischiati nel caramello , con la nostalgia della meringa. Dunque belli dritti e in piedi, senza obnubilare.
Che il secondo (nel senso della frazione di un minuto) subito successivo sarà altrettanto emozionante. (1)

04/12/11

nel mezzo di

Faccio tentativi grafici per ridare l'aria dello scorso anno a questo blog, e mi piacerebbe sapere se si può mettere la scritta del titolo a destra (o il pettirosso).
E intanto. Sono rientrata dalla città di Parigi, dopo aver ancora girato tra metropolitane, stazioni e aereoporti. Mi sono persa "appositamente" cercando di capire come muovermi, come se fossi una cittadina qualsiasi che non vuole andare a visitare, ma gli occorre cercare una certa strada o un certo luogo. Pioviginava e questo non aiuta. In sintesi mi sono stancata parecchio, cercando di assorbire quel che la città trasmette.
Quel che maggiormente rimane è la folla. Umanità in trasferta continua da un luogo all'altro, ammassata in vagoni o percorsi, in attesa di raggiungere una destinazione. Che si osserva senza osservarsi, ognuno assorto in un suo mondo semi-impermeabile. Per proteggersi dalla vicinanza eccessiva, certo.
Poi un uomo abbastanza giovane, seduto su una panchina della Metro n. 5, ha di fronte a sè dei dipinti credo in vendita, e accanto, al guinzaglio, un giovane gatto paffutello e paziente.  
Frammento di poesia urbana, in attesa di un racconto.
Che arriverà prometto. Assieme ad un gomitolo rosso :-)

03/12/11

Thomas Fersen


Avevo scordato la tele accesa. E così ho scopertoThomas Fersen. Qui è in St.Jean du Doigt.
Buon ascolto :-)

02/12/11

I mondi metropolitani

Per muoversi verso la sede del convegno (université paris est creteil: UPEC) si prende una metro per mezz'ora poi si scarpina per venti minuti. Gli interventi si susseguono.Ognuno prende abbondantemente ritardo e tempo. Senza scomporsi e ad onor del vero senza nemmeno dar l'impressione di cogliere la stanchezza degli astanti. Che vengöno foraggiati a tartine discretamente buone sia a midi che vers l'aperitif du soir.
Per fortuna, ho conosciuto una giovane donna in gamba. Reponsabile di progetti...  ha l'aria così giovane.
Eppure si muove con tale accoglienza e intelligenza. La osservo e imparo. Così questa giovane bretone è la mia nuova maestra inconsapevole di questi giorni.  Lei osserva, pensa e sorride. Benvenuta.

01/12/11

Il disorientamento prende tempo

Dunque...Primo dicembre a Parigi (per un convegno).
Di solito quando viaggio siamo in due: io e la mia gallina disorientata (che prende il sopravvento). Siccome con gli anni ci ho fatto l'abitudine, allora chiacchiero prudentemente con lei (in questi giorni è suscettibile). Per esempio: se all'aereoporto CDG non sai dove andare chiedi informazioni... Fatto. Bien ho capito che devo prendere il treno tal dei tali e poi la metro n° 5. E il treno si prende ? La derrière, en bas. Un paio di perlustrazioni a caso mi han fatto comprendere che la derrière il avait (ben nascosto) un ascensore e poi la navette che si chiama shuttle (o é lo shuttle che si chiama navette?).
Sul treno la gallina cerca di leggere preoccupata se è salita nella direzione giusta. Vero è che sui binari c'era scritto "tous les trains vont à Paris". Ma non si sa mai... Infine arrivo alla Gare du nord e cerco la Metro. Trovata subito ! :-)
Ma quel che non si trova sono le biglietterie per la Metro. Pascolo su e giù, chiedo saggiamente informazioni (taluni non hanno idea. Forse i biglietti appaiono miracolosamente nelle loro mani?) Alcuni passano qualcosa velocemente sui (come si chiamano quei cosi dove devi "composter" (obliterare) i biglietti prima di entrare?) Allora decido di provare anch'io passando velocemente la mano sopra la cellulina elettronica (giuro... non si sa mai nella vita). Non funzionò evidentemente. La gallina si immagina già passare la nottata nell'antro della Metro, peraltro fornita di numerosi negozi. Infine....vedo una frotta di persone che attraversa un unico pertugio e .... eccomi oltre, verso le macchinette per i biglietti. Eseguo quasi velocemente l'operazione (regalo 10 cts di Euro perché la macchinetta non dà resto) e finalmente a bordo. Senza avoir composté.... Mah.
Il senso di colpa farà si che perda per strada, in seguito,  il biglietto... ancora utilizzabile.
E finalmente in Place de la Republique, dove si trova " a pochissimi minuti il mio hotel. So la via, ma non so la direzione... La gallina è preoccupata ma io non mi scoraggio:  possiedo un cellulare con GPS. Dunque sarà caro (siamo all'estero) ma ne varrà la pena. Mi localizzo,indico la via e appare il percorso. 

Ottimo.
Ma secondo voi vuol dire che devo andare in avanti o andare indietro?
Insomma, da che parte si tiene la piantina?

Ci sono arrivata, ci sono arrivata infine.  Con calma e senza nemmeno chiedere. Dubitavo che qualcuno mi avrebbe dato retta.
Mi par di capire che gli hotel sono innumerovoli e il mio sta in una viuzza discosta.
In ogni caso poi sono andata a mangiare Coreano. Tié :-)
(esattamente quel che vedete qui sotto)