24/07/19

25/12/13

Una coccinella come?

La giornata del 24 è passata viaggiando ed ora finalmente il principe ranocchio e Silvante (che non sappiamo ancora se è un lui o una lei)  sono arrivati in cima al monte del buio-buio.
Silvante si è organizzato-a per le luci di emergenza: due luccioline stanno acquattate sulla sua giacca, per indicare la direzione. Infatti più salivano e maggiore era il buio, dato che in quel monte c'era il bosco impenetrabile, dove di notte nemmeno la luce di una stellina riusciva a passare.

"Arrivati!" Disse Silvante toccando una pietra rotonda e liscia.
"Arrivati?"  Disse il Principe ranocchio (che nelle ultime ore del viaggio se ne era stato zitto, a cercare una risposta alla domanda di Silvante...)

"Si, si", rispose Silvante. "Ecco, siediti qui, che io mi siedo vicino a te".
"E dopo?" disse PR
"E dopo, e dopo.... Ssst,  insomma. Che dobbiamo aspettare il buio buio" Riprese Silvante.

Le luccioline partirono verso est.

E di colpo arrivò il buio buio.
E il silenzio.
PR provò a parlare ma Silvante lo zittì di nuovo.
Era un silenzio silenziosissimo, dato che nessun animale riusciva a muoversi in quel buio buio. E le foglie erano così intricate che nemmeno il vento riusciva a smuoverle.

Silenzio. E notte. E buio. E Silvante con il principe ranocchio seduti su una pietra rotonda e liscia.

Passò molto tempo.

"Ora" disse Silvante, "raccontami un po' cosa vedi, caro Principe Ranocchio".
"Ma io non vedo niente!" Brontolò PR.
"Oh... prova a guardare meglio...". secondo me una cosa piccolina, anche piccolissima la vedi."

PR, che dopottutto era abbastanza abituato alle cose ferme, vista la sua vita precedente da statua, non era abituato a potersi muovere in un mondo fermo e buio. E cosa poteva vedere insomma?
Dunque strizzò gli occhi e non vedeva niente di niente.
Passò ancora molto, moolto e moltissimo tempo.
Aveva quasi sonno.
 Fu a quel punto che si ricordò di quando era fermo fermo, ma ancora i suoi pensieri erano pieni di movimento. Allora avrebbe così tanto voluto muoversi, per raccontarli a tutti. Pian piano però anche i suoi pensieri erando diventati come fermi. tutti attaccatti alle cose che si vedevano chiaramente. Però, quando i suoi pensieri erano movimentati, aveva conosciuto ...

"Una coccinella!" Disse.

(S) "Come! Vedi una coccinella?"
(PR) Non è che proprio la vedo. Mi pare che ci sia e non ci sia" .
(S) Mmmh, mi pare mica male. E cosa ci fa qui questa coccinella?
(PR) Non lo so, mi sembra che svolazzi e so che una volta diceva qualcosa.
(S) E come è fatta questa coccinella?
(PR) Oh, è strana, non proprio di quelle classiche, nere coi puntini rossi. Lei è nera certo, ma i suoi puntini sono colorati (come gli smarties, direbbe un nipotino di mia conoscenza).
(S) Oh, che bella coccinella! Quasi quasi la vedo pure io!
(PR) Anche tu?  E come fai, che io non sono nemmeso sicuro se la vedo, insomma c'è e non c'è?
(S) non preoccuparti, io sono abituatissimo-a a quel che c'è e non c 'è.


(PR) Oh, se per te va bene, sai che mi pare di vedere un'altra cosa?
(S) Magnifico! E cosa?
(PR) Un.....

E ora tocca a voi cari lettori, cari lettrici. Cosa avrà visto ancora il nostro Principe ranocchio?

Scrivetelo qui, ecco, in questo spazio coi puntini


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Avete visto bene?

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"Mi pare che abbiano visto quasi tutti!" Esclamò felice Silvante.
"Eh sì, eh, sì!" Aggiunse la regina delle rane
"Non c'è ombra di dubbio", disse il topino, apparso di nuovo grazie al suo fazzoletto viola.

A tavola, a tavola! gridò Sfirziola.
PR si stropicciò gli occhi.

Come! Ìl buio era sparito ed ora si ritrovavano nella rumorosissiam cucina di Sfiziola?
E la regina delle rane cosa ci faceva sveglia, che di solito passava il tempo a dormire?


La lucciola coi puntini colorati fece una piroetta davanti al suo naso e sorridendo gli disse.
"Lo sai, le storie di fantasia ci aiutano a entrare nella realtà dalla finestra anziché dalla porta. È più divertente e dunque, più utile!" Me l'ha detto Gianni Rodari.
"E per raccontare bene le storie occorre non solo guardare attentamente  il mondo e le cose" Precisò Iorandui.
Ma un po' ricordarle e un po' scordarle, lasciando passare il tempo, il silenzio e il buio. (e questo lo disse un poeta nelle sue lettere)
Finchè ritornano, quasi luminose (direbbe Zena).

Dunque BUON NATALE!

Da me , da Silvante (che gli piace moltissimo non decidere se è una lui o una lei) Dal principe ranocchio che ora aveva un'amica coccinella. E il topino, la regina delle rane e Sfirziola aggiusero: Forza a tavola!


Buon Natale :-)

23/12/13

domanda ...

Mmh, rileggo la storia e mi rendo conto che ne ho persi dei pezzetti qua e là.
Pazienza, vorrà dire che potete usarli per continuare una storia a vostro modo. 
Noi intanto si a in val Calanca a cercare il buio buio.
Per arrivare occorre prendere diversi mezzi. Dapprincipio si va con il calesse, poi ci si va in groppa ad un asino e infine ci si va coi propri piedi, facendo attenzione a non consumar troppo le scarpe.

Durante tutto il viaggo naturalmente PR continuava a parlare, sempre lì a descrivere tutto quel che aveva visto a statua. Era sul punto di enumerare le lumache che erano apparse il giorno dell festa di san giovanni. Tutte ben agghindate, come si conviene, dato che erano delle lumache rispettabili!
In quel punto Silvant esclamò: MAH.
Il nostro principe ranocchio  si zittì un attimo.... Niente, Silvante si era interrotto-a.

Ma riprese subito dopo esclamando: Mah, se continui a raccontare quel che hai visto da statua, com fai ad accorgerti di quel que ti succede ora che sei sveglio?

Accidenti accidenti. PR non ci aveva mica pensato...!
Ora tocca risolvere anche questo dilemma :-) Ma è meglio sbrigarsi che domani è quasi....




22/12/13

Buio buio

È che aveva bevuto la tisana di verbena. E sorseggiato sciroppo di lumache. E mangiucchiato caramelle al lichene d'Islanda. Per quello si era rilassata così tanto (chi scrive) da dimenticarsi il filo della storia.
Ma stasera lo riprendiamo: eccolo qui!

Allora, ci tocca risolvere la questione di un principe ranocchio che racconta storie noiose ahimé e che parla troppo.
Per non parlare del fatto che c'è un viaggio da fare e invece Silvante non vede l'ora di tornarsene al calduccio a casa propria.
Per il fatto che il principe ranocchio parlava troppo non si preoccupava. Il mondo era pieno di chiacchieratori. Uno più o uno meno, nessuno l'avrebbe notato.
Ma così noioso e attaccato al dettaglio. Questo non andava bene.

Allora, in uno dei pochissimi secondi in cui il PR (principe ranocchio) se ne stava zitto per riprendere fiato, Silvante disse:
"È che devi chiudere gli occhi oppure andare in un posto buio buio!"

PR disse: "preferisco buio buio. Se chiudo gli occhi non vengo bene nelle foto..."
Allora Silvante e PR partirono alla ricerca di un posto buio buio.
Che come sapete è difficilissimo da trovarsi.

Io l'ho visto solo una volta, una notte d'estate del 2003. Una notte senza luna. Sui monti della valle Calanca (anche questa è un'altra storia). Che oltre la luce della pila c'era solo la notte notturna e rumori di bosco.

Ma la valle Calanca dov`è? Domandò PR che oltre che chiacchierone era anche curioso.
Silvante glielo disse e PR fu subito entusiasta. Non c'era mai stato, nemmeno quando era di pietra.

E si avviarono.... :-)






21/12/13

rinvio

Stasera chi scrive è così stanca che non fa a tempo ad aggiugere pezzetti alla storia.
Dunque eccovi solo un piccolo video :-)

20/12/13

ranocchio principe parlante troppo (RPPT)

Lo trovò praticamente subito. Il principe ranocchio, intendo. Se ne stava accanto alla musica e saltellava a ritmo e intanto parlava parlava, e parlava.
Con chi?
Con tutti quelli e quelle che incontrava. Solo che non era bravissimo a raccontare. Lui parlava solo, cioò metteva parole tutte in file ordinate, dicendo per filo e per segno cosa aveva visto
Come ora per esempio, che sta parlando con la Caterina (la famosa nonnina della Capraforesta, ma quella è un'altra storia) e le dice: dietro al muro ci sono due sassi, dopo i sassi c'è un praticello, nel praticello ci sono 236 margherite bianche di cui almeno la metà sta appassendo, dopo il praticello ci sono delle case e su ogni casa ci sono due finestre e in certi casi vi sono due porte....
Noioso vero? E andava avanti così tutto il giorno. La notte dormiva un pochino, ma non troppo, che si era già riposato un sacco quando faceva la statua.

A Silvante quel ranocchio principe parlante troppo (RPPT) era simpatico. Certo, bisognava trovare il modo di interromperlo (si fermava solo all'ora dei pasti) e soprattutto occorreva insegnargli ad essere meno noioso.
Siccome non c'era nessuno che guardava (solo io, ma ho chiuso gli occhi, per quello ogni tanto ci sono errori di battitura...) Silvante decise di avvicinarsi al nostro RPPT e... gli regalò una caramella di lamponi.
E il principe ranocchio allora regalò  a Silvante un ben libro di ricette.
Di quelle speciali, scritte come farebbe lmia mamma.
(torno domani, che stasera mi addomernto sul figlio
Buonanotte ;-)

19/12/13

Valigia

Silvante  era appena partito-a che subito si accorse di aver dimenticato di fare la valigia (non le valigie, una sola!).
Allora tornò senza farsi vedere (che un pochino si vergognava di aver dimenticato quel particolare) e poi andò in camera sua, tolse il cartello del giorno prima,  e ne mise un altro con scritto:"torno presto, spero".
La valigia doveva contenere un po' di tutto il necessario. Dunque una matita colorata celeste e una verdina. Una gomma da masticare nuova. Lo spazzolino da denti, che se no Sfirziola, chi la sentiva. Le foglie di salvia da abbinare sapeva già dove trovarle. Pettine? no, decise che i capelli li avrebbe lasciati così com'erano. Pigiama di flanella, quello con su disegnati i gattini. Stivali di gomma per quando piove. Una copertina calda e una perlina scintillante. Niente cestino della merenda, che lui-lei coi lupi non voleva averci a che fare.
E carmelle ai lamponi: un sacchetto intero. Oh.

Riuscì a ripartire alle 3 e 23 della notte. Che per fortuna era luna piena e ci si vedeva quasi come di giorno.
In quale direzione?
Già. Lui-lei sta aspettando che io glielo dica.
Chiudo gli occhi e penso: dove sarà andato il principe ranocchio saltellante e parlante?
Sarà andato verso....
Ecco, lo so!
È andato verso la musica che si sente lontano, lontano...
Questa, ecco, la sentite anche voi?

 




18/12/13

Partire? Oppure no?

Ora quel che innervosiva Silvante, che aveva letto tutte le storie di tutto il mondo (o quasi) e quelle che non aveva letto lui, certamente le aveva lette Iorandui, o Sfirziola, o la Regina delle rane, era che in tutte le storie del mondo c'era un certo punto che bisognava partire. Ora siccome siamo nel bel mezzo della storia di Natale del 2013, prima o poi qualcuno dovrà partire, pensava Silvante. Che se no, che storia è?
Ma lui-lei non voleva proprio partire. No, assolutamente no.
No.
Sarebbe partito-a qualcun altro, decise.
Ma chi?

Mise un cartello fuori dalla porta (che lui-lei aveva una camera con porta, sapete?)
Con scritto: cercasi sostituto-a viaggiatoreo viaggiatrice per storia da completare.
Al miglior candidato sarà regalata una caramella ai lamponi per il viaggio.
Nonchè un cestino della merenda con istruzioni per evitare i lupi.
E una perlina scintillante. Che non si sa mai.

E aspettò.

Non moltissimo, che arrivò una lunga fila di formiche (una fola, direbbe un suggeritore che conosco) e disse che loro tutte partivano. Il che significava una caramella ai lamponi ciascuna. Acc. no, no, non andava bene.

Un solo viaggiatore, o una sola viaggiatrice. Massimo due. Se proprio soffrono di solitudine.
Ma per le formiche due era poco, quasi una solitudine condivisa che non migliorava. Dunque desistettero.
Poi arrivò un cervo. Che non gli piacevano i lamponi. Ma o caramella ai lamponi, o niente.
Dunque anche il cervo desistì (certo che potrei cercarmi dei verbi più facili...).

Intanto ve ne siete accorte e accorti che ho scordato di dirvi una cosa?
Quella cosa di ieri, del principe ranocchio che parlava, parlava e parlava. e non smetteva mai.
Ma cosa diceva?
tutto.
Raccontava tutto quello che aveva visto con i suoi occhi fermi fermi, e il saltello che non partiva mai, mentre se ne stava affondato nella sabbia.
Aveva visto tutto e, siccome aveva un'ottima memoria non tralasciava nessun, nessun particolare. delle foglie, degli scoiattoli, delle api, dei passanti, delle varie tonalità della sabbia, di tutto quel che succedeva tra mezzanotte e mezzogiorno.
Si dice tanto: ah, se i muri potessero parlare (che anche loro sono lì fermi e guardano tutto). ma meno male che non parlano.
Così il principe ranocchio era stato mandato a fare un giro mooolto lungo. Per raccogliere delle pietre bianche con una stellina nera (che si sa erano rarissime).

Allora perdinci, il viaggiatore è lui?
Si, si.
Solo che nessuno se n'è accorto.
E non mi sono ricordata di andare a vedere dove diavolo si è cacciato, dunque non so come andare avanti.
Uffa, disse Silvante.
Mi tocca andarlo a cercare!
Appunto disse Iorandui.
Appunto disse Sfirziola.
Appunto disse il topino.
(la regina delle rane dormiva ancora)

Così Silvante che non voleva partire... partì.

Appunto, diciamo noi.
Che se no, che storia è?




Inventario

Dunque, pensò Silvante.
Ora abbiamo, in ordine inverso:
  • Un principe ranocchio ancora in forma di statua
  • La regina delle rane
  • Sfirziola
  • Iorandui
  • Un topo
E come oggetti:
  • Un fazzoletto lillà,
  • Una rete scintillante
  • e (mi pare di aver scordato qualcosa, ma non ricordo cosa, appunto...)

Tutte bocche da sfamare! disse Sfirziola.
E cominciò a preparare la colazione. Che ormai si era fatta mattina.
Mise sul tavolo 6 piattini, 6 tazzine e 6 cucchiaini.
"Ma come" disse Silvante... "anche per il principe ranocchio?"
"Oh, sì". Rispose Sfirziola. "Che appena si sveglia avrà fame!"
E si chiuse in cucina.

Silvante decise che era ora di diventare disobbediente.
E così cominciò a guardare nello spiraglio della porta, che non chiudeva benissimo.
E scoprì che Sfirziola se ne stava sulla sedia a dondolo a dormire!
"E la colazione?" Si chiese...
"Arriva, arriva"- disse Iorandui. "Vieni con me che andiamo a  svegliare il principe ranocchio."
Anche la regina delle rane dormiva. E il topino era sparito dentro al suo fazzoletto lilla.

Il principe ranocchio se ne stava lì rigido (non poteva fare altrimenti) con la sua aria saltellante ma ferma.
Svegliamolo dai! disse Iorandui. Tocca a te!
A me?
Si proprio a te!
A me Silvante intendi?
Certamente - disse quasi irritato Iorandui.. "forza, comincia"
Comincia a ?
S A L T E L L A R E!!
Che il principe ranocchio si sveglia solo se può saltellare. Dunque occorre dargli l'esempio.
E come potrai immaginare... - concluse Iorandui - Io ho una certa età. E tu no.

Allora Silvante, che non sapeva nemmeno se era un lui o una lei, ma intanto ci si era abituata-o benissimo, cominciò a
S A L T EL L A R E.

UNA, DIECI, VENTI CENTOTRENTAVOLTE.

Ma niente. Nessun risveglio.
Ricominciare, disse Iorandui, non devi desistere.

Silvante avrebbe desistito, ma era troppo curioso di vedere sveglio il principe ranocchio.
Dunque saltellò fino a 143, poi fino a 357, poi ancora fino a 462. Insomma, fino a MILLE
E al milleunesimo saltello, anche il principe ranocchio saltellò.
E parlò, parlò e parlò.
Tanto che Silvante si disse che forse era meglio da saltellante fermo, che da saltellante sveglio.
Ma tant'è...
A tavola disse Sfirziola!
Continuate pure domani :-)





17/12/13

Reumatismi

La regina delle rane soffriva di reumatismi. Questo però non le impediva di andare a passeggiare in riva al lago.
Muovendosi con cautela. E quella sera lì, quella di cui vi parlo e che ha perso la data e l'orario... Quella sera lì camminando piano, si scontrò con un oggetto che sporgeva dalla sabbia. Una piccola statua di marmo verde-grigio.
Che rappresentava un ragazzino che stava per spiccare un salto. Proprio nel momento in cui stava per sollevarsi da terra.

Oh, disse commossa, la regina delle rane.
Eccolo dove era finito il mio principe ranocchio !!!


 

15/12/13

scintillii

Chi avesse letto Pollyanna, si ricorderà dei prismi di cristallo. Che servivano a moltiplicare le luci alle finestre.... Ebbene, la rete scintillante di Iorandui ha proprio lo stesso scopo. Solo che quel che si moltiplica sono le luci sulla riva del laghetto dove va a pescare.
Iorandui prende la rete, la apre delicatamente sulla riva, togliendone ogni grinza. Poi infila uno stecco di bambù ad un lato e la lancia, come una specie di acquilone-bandiera verso il vento. E ogni frammento di luce del crepuscolo (Irandui va sempre a quell'ora al laghetto) si moltiplica e riverbera sull'acqua.
Ecco, io e lui rimarremmo delle ore a contemplare queste luci. Che in questo modo si respira meglio e si aspetta che qualcosa accada, ma anche non.
Che va bene così. Stasera va bene così :-)

14/12/13

Generatività

Quando il mio figlio più grande era piccolo, mi chiedeva dov'era il mondo della fantasia e come si poteva raggiungerlo. Allora gli dicevo che c'era un muro alto alto, proprio invalicabile, e che quindi non ci si poteva arrivare.
Chissà perché avevo questa idea del muro. Forse avevo timore che lui volesse andarci e poi facesse la fine di Alice? Ma, infine... ora, gli direi. Basta un fazzoletto lillà, spiegato ben bene. Ed ecco che ci sei.
Il mondo della fantasia. Non quello alla disney (con tutto il rispetto per le bellissime immagini che ci ci ha portato). Ma quello della piuma, da seguire (senza rincorrerla) con attenzione. per vedere dove ci porta.
Oggi sono qui, dopo aver fatto il giro della distanza dall'immaginario, per recuperarlo di nuovo. Perché ho capito che non è fuga ma generatività. Basta non confondersi, come fece la Piccola Fiammiferaia. Sapere che con la fantasia non si cercano sconti dagli avvenimenti difficili da affrontare. Ma che grazie all'immaginario possiamo scoprire nuove strade, anche quando il muro è altissimo, e i mattoni sono di granito.
Iorandui è tornato.  E ne sono felice (ora occorre capire cosa ci fa con la sua rete scintillante).
A presto :-)

13 dicembre ancora

Perchè la prima magia è che il fazzoletto di tela lillà, su cui si erano seduti tutti per capire come funzionava, li aveva portati in un altro spazio temporale (fuso orario direbbero i pignoli) e dunque non badate a quel che c'è scritto sulla data del vostro Pc. Qui è ancora il 13 dicembre.

E siccome siamo lontani, eccovi una canzone :)

12/12/13

Sparizioni

Silvante voleva sapere tante cose ma, prima di tutto, come me e come voi, voleva sapere del mistero del topino che spariva non si sa dove.
Ve bene, va bene -disse il topino-  Ora vi spiego.
E prese un piccolo fazzoletto di tela lillà. Lo spiegò pian piano (non arrabbiatevi, ora ci arrivo).
e sopra appoggiò una foglia di melissa, quella che da me cresce vicino ai lamponi.
E la foglia di melissa sparì.
Poi prese un sassolino rosato, quello che tu tieni nell'angolo della libreria e che ha una bella luce. Quello lì, si.
E anche quello sparì.
Poi prese un cioccolatino fondente. Quelli svisseri, per intenderci.
E anche quello spa.... NO, no, no. Disse Silvante. Il cioccolatino non sparirà proprio. O meglio... sparirà in un altro modo. Gnam.
Ouff - disse Sfirziola. ma così il cioccolatino è sparito del tutto. mentre le altre cose, topino compreso, spariscono solo temporaneamente (disse la parola tre volte, che sempre incespicava in ranea...)

Ah, ecco, allora è il fazzoletto lillà. Che è un fazzoletto magico?
No, no- intervenì la regina delle rane (era lì che guardava da tempo) - Non è il fazzoletto che è magico. Sono le cose che ci metti dentro, che diventano magiche.
Perché...
Perché... disse a bassa voce...
perché... disse ancor più a bassa voce...
non è che spariscono soltanto sapete?...

11/12/13

The power of empathy

Questa sera le contes sono un po' in ritardo.
Allora vi lascio un video-regalino
A presto .-)

10/12/13

La regina delle rane

Quando ero piccola avevo quattro grandi libri di fiabe. A dire il vero ce li ho ancora, un po' invecchiati e con qualche macchia. Copertina color celestino, rilegati dopo che erano stati comprati settimana per settimana i fascicoli di "tutte le fiabe del mondo". Erano (sono) decorati benissimo, con immagini che ancora accompagnano i miei ricordi di questo o quel racconto. Una fiaba cinese (orientale) mi piaceva in particolare, quella del "giovane signor Lu" (penso l'antesignano di Iorandui). Altre naturalmente, e fra queste, quella della regina delle rane. Mi piaceva, di questa, soprattutto l'inizio. Dei tre figli che devono partire per la solita eredità del padre che sarà data a chi porterà (un tesoro, una sposa, un cavallo, etc.) . E lanciano la piuma, ciascuno. E una va a destra, una va a sinistra e una ... giravolta giravolta e poi finisce per terra proprio davanti al malcapitato giovane. Che è costretto a chinarsi verso la terrra e così scopre una piccola galleria e poi e poi ... incontra la Regina delle rane (poi naturalmente tutta la storia finisce bene, che lui trova la principessa, che lei è così leggera da vincere le gare, e poi si sposano, insomma).
Allora la volete conoscere questa regina? Visto che il topino è andato a prenderla?

Sono un po' emozionata perché è la prima volta che la incontro.
E Silvante non sa bene se deve contare o scontare (nel senso di contare all'indietro, che, detto per inciso, è un bel modo di governare lo stress).
Iorandui è sempre a pesca. Sfirziola lava i piatti e sembra non essersi accorta di nulla.
Allora mi siedo accanto a Silvante, il topino e la regina.
Cra, dice.
Cra.
Cra.
Cra.

E poi chiede. Ma tu lo sai come si prepara la gelatina di mele cotogne?
No, accidenti, non lo so proprio. E nemmeno Silvante.
E come si prepara il pan pepato?
Nemmeno questo, accidenti. Neanche il topino
E come si fanno i biscotti allo zenzero?
Nemmeno, nemmeno. Nessuno lo sa.

Bene allora preparatevi, che siete quasi pronti - dice la Regina dele rane.
Pronti a che? Pronti a cosa?
Su, forza, forza, tirate forte un respiro e dite trentatrè.
Ma non siamo dal dottore, protestò Silvante!
Ma non siamo mica pronti! disse il topino.
Io non dissi nulla, che se no non riesco a scrivere in contemporanea (ci ho i miei anni, ci ho)
 In ogni caso "trentatrè" dissero il topino, silvante e la regina delle rane, all'unisono (bellissima parola vero?).
E così si ritrovarono nella casella dell'11 dicembre. Ma ancora non ve la posso raccontare :-)





09/12/13

Ma dove e come spariva... ?

Il topino? Chè Silvante mica voleva passare alla storia della rete scintillante e dei pesciolini dorati da pescare, senza aver sciolto il mistero del topino che spariva senza farsi acchiappare.

Doveva trovare un modo di scoprirlo, prima chedi (non)vederlo sparire di nuovo. Non poteva certo far fuori tutte le scorte di cioccolato. E i calzini bianchi erano da lavare.

Come fare? A parlare con quel topo senza farlo scappare??

Bé, pensò, forse c'entra questo fatto di contare all'indietro. Che appunto il topino riappariva quando lui contava all'indietro, da 100 sino a 37. Ma non poteva continuare a contare così, perché il 37 passava solo una volta... al giorno (come alcuni tram, diciamo).
Forse , pensò, forse non si trattava di contare, ma di fare qualcos d'altro... all'indietro.
Dunque Silvante si mise a a cammniare all'indietro .
Il topino non lo degnò di uno sguardo.
Allora Silvante cominciò a  fare capriole all'indietro.
Nessuno sguardo, anzi un sopracciglio aggrottato (ma i topini li hanno i sopraccigli? Mah...)
Poi si mise a fare le scale all'indietro.
Macché.
Allora si mise a cantare "Fra Martino" all'indietro (dan, don, din, campane, le suona campane, le suona tu? dormi tu? dormi campanaro, martino Fra…). Il topino si mise sotto un cuscino (dove non c'erano dentini),  sempre più corrucciato.

Mmh. Silvante cominciava a preoccuparsi. Ma possibile mai che non ci fosse il modo?

All'indietro, all'indietro, cosa si poteva fare all'indietro? che facesse parlare il topino?

Sfirziola intanto sfregava il pavimento con lo spazzolone.
Ioandui stava sulla sedia a dondolo a pensare rapidamente.
Sfirziola disse con nonchalance (era stata in Francia da giovane).
"Quando perdi le chiavi non devi far altro che tornare sui tuoi passi".

Ecco dove! Indietro sui suoi passi!

Allora, pian piano,  cominciò a fare tutte le cose precedenti, ma a rovescio. Un lavoro di  massima concentrazione, che non doveva scordare nulla. Andò indietro nella sua giornata, così come si riavvolge un filo di lana.
Fino ad arrivare al 37 della conta, che appunto (so che farete fatica a seguirmi) siccome prima la conta era all'indietro, stavolta la conta è diritta. Dunque 32, 33, 34, 35, 36, 37!!
 Il topino bianco saltò sulle bacche di rosa.
E poi disse.  Facciamo saltare qui la regina delle rane (ho sempre sognato di dirlo)
E la regina delle rane apparve, in tutta la sua magnificenza :-)


(se voi vi sentite ingarbugliati, figuratevi io)
 


 

08/12/13

Una rete scintillante

Iorandui prese l'attrezzatura: filo da pesca lungo spanne cento. Perline colorate, circa duecento rosse e il resto a miscela casuale. Un paio di calzini di lana morbidissimi e bianchi. Taglia 23. Poi nastro di raso blu e una tavoletta di legno d'abete. E del cioccolato scuro, bianco e al latte. Che non si sa mai.

Mise un calzino sotto al tavolo vicino alle biglie. Poi cominciò a costruire una rete scintillante di perline, col filo da pesca a fare intrecci, col raso blu a fare bordo. Quando fu abbastanza grande, l'appoggiò sul divano e mise l'assicella di legno appoggiata al muro con l'altro calzino appuntato con un chiodino. Dentro due pezzetti di cioccolato nero, due di cioccolato al latte. Uno di cioccolato bianco.

Riprese la rete scintillante e se ne andò a pescare nel laghetto accanto alla casa di Silvante.

Che intanto si era alzato, aveva svegliato gli elleboro e fatto la conta sino a cento e poi indietro sino a 37. Eccolo il topino!
Con del cioccolato nella zampina davanti!
Un due tre... e il topino sparì!
E no! disse Sfirziola.
E no! disse Silvante.

Eccolo qua! disse Iorandui. E portò per la collottola il topino, che era finito nel calzino vicino alle biglie. Dove non c'era cioccolato. Nè nero, nè bianco, nè al latte.

Oh, grazie! Disse Silvante!
O prego! Disse corrucciato il topino!
Non c'è di che! Disse Iorandui.

Io vado a finire di preparare la cena...! (disse Sfirziola).

E la rete di perline scintillanti? A cosa serviva? Chiesero tutti.
O a niente - Rispose Iorandui.
Per i topini bastano calzini morbidissimi e cioccolato.
Invece per i pesciolini d'oro ci vogliono reti speciali.
 Questa va quasi bene, ma non  benissimo. Devo migliorarla.

Ma ora tutti a cena! (anche il topino, che ormai aveva deciso di restare)
Frittelle di mele e sciroppo d'acacia!
Cubetti di zucca con amaretti. e poi...

Uffa venite a vedere voi stessi :-)


 











07/12/13

Rapidamente

Non fu il profumo di funghi. Nemmeno l'insalata allo sciroppo di lamponi. Neppure gli involtini di melanzana con ricotta, pinoli e uvetta. E infine non fu neanche il dolce di crema con glassa alla ciliegia. Semplicemente Silvante aveva deciso che era ora di uscire a contare fino a 100 e poi indietro fino a 37. Per essere sicuro-a che anche oggi il topino sarebbe passato.
Ma.
Il topino era già arrivato. Guardava furtivo nelle pentole di Sfirziola, cercando di decifrare cosa fare (perché fa rima).
Opperdinci! Si disse Silvante.
Poffarbacco (o poffarbacca!) si disse il topino.
Si erano visti, o meglio si erano incrociati. Proprio sotto le gambe del tavolo. Vicino alle biglie di Sfirziola
Silvante tenne gli occhi aperti. Anzi apertissimi.
Ma... un, due, tre.... il topino sparì.

Uff, si disse Silvante.
Uff, si disse Sfirziola (aveva fatto troppo dessert)
Insomma ora basta, pensò Iorandui.
Era ora di prendere provvedimenti.

Subito.
Dunque si sedette di corsa e si mise a fare un sonnellino.
Che è la ricetta magica per pensare in fretta.
Non lo sapevate?
A presto :-)

 




06/12/13

Un topo è passato di corsa sui miei piedi

Disse sgomenta Sfirziola! Come? Sfirziola? Si. Proprio lei. Intanto che Irandui scendeva dal treno. E lei scaricava le valigie, i sacchetti di biglie (23 - sacchetti - per la precisione) e la sua pentola preferita. Proprio mentre stava scendendo dal treno erano le 100 - 63 =37 per i conti di Silvante. E il topino era sgusciato tra i piedi di Sfirziola. Poi sparito.
Già pensò Iorandui. Ancora immerso nel color lilla chiaro chiaro che aveva visto verso ovest. 
Quel topo aveva proprio l'abitudine di sparire.
Entrarono a casa di Silvante.
Leggero come uno spiffero di primavera Iorandui. A suon di pentole e biglie rotolanti, Sfirziola.
Silvante si nascose benissimo. Che come si nascondeva lui-lei, nessuno lo-a poteva battere. Ma Sfirziola non si preoccupò e cominciò a preparare la cena. Intanto che Iorandui faceva solletico agli elleboro. Che risero talmente da diventare rosa-rossastro per cinque minuti.
Silvante non aveva assolutamente fame. Pensò. Proprio nemmeno una briciola di fame. Che aveva fatto un'ottima colazione e un ancor miglior pranzo. E pure la merenda.
Dunque dal suo nascondiglio si mise a dormicchiare. Intanto che Sfirziola preparava con cautela lasagne AntanTes al  profumo di funghi . Un ottimo profumo di funghi :-)

05/12/13

Il ritorno

Iorandui (si, proprio lui, per chi lo conosce-va) se ne sta seduto sul treno. Sessanta chilometri esatti  mancano ancora per arrivare a destinazione. E il treno va a una velocità (una lentità diremmo) di  dieci chilometri all'ora. Dunque ha tutto il tempo di pensare, il nostro elfolletto. Sono passati... vediamo... Parrebbe dal 31 marzo 2006 che non si ripresenta. Dunque più di sette anni. Era tempo.
È che aveva perso l'entusiasmo delle stranezze. E si era messo a far cose tutte in fila e regolari. Un, due tre. Come contare anche se non erano conti. Qualcuno gli aveva detto di smetterla di saltellare qua e là? No. Solo a lui non veniva più così bene. Allora era andato nel paese delle cose che si scordano, per non pensarci più. Ci era riuscito quasi benissimo.
Poi c'è questo Silvante che non si decide se è una lui o una lei. E che ogni giorno guarda un topino per capire dove sparisce.  E non ci riesce.  Intanto lucida pomi d'ottone e sveglia delicatamente fiori di elleboro. Mmh. Si  è proprio ora di tornare. Abbiate pazienza però. Sua maestà il treno ha una certa lentità. :-)

04/12/13

Dopo colazione cosa si fa?

Ve lo state chiedendo vero?  Bene, dopo colazione Silvante si arrampica sull'edera che percorre il muro del giardino di fronte alla sua camera. È diventato-a bravissimo-a. Corre su veloce come una lucertolina d'estate, alla ricerca di raggi di sole. E poi, seduto-a sul bordo del muro, se ne sta a cavalcioni in attesa. Chiude gli occhi e conta, fino a 100. Poi da 100 all'indietro finché arriva al numero 37. E di colpo eccolo lì, il topino, che arriva annusando e strofinandosi i baffetti contro le foglie. Si guarda in giro, si sgranocchia una (bacca di pungitopo, mi hanno suggerito dalla regia). E poi di nuovo sparisce. Sparisce, sparisce e sparisce. Ecco, questo è il mistero che ogni giorno Silvante cerca di risolvere. Dove mai sparisce il topino? Che lui-lei guarda, guarda ogni giorno concentratissimo-a. E tiene aperti gli occhi sbarrati per non farsi sfuggire nemmeno un dettaglio. Ma niente da fare, ad un certo punto il topino sparisce e non se ne trova più traccia. Sino al giorno dopo, che bisogna andare in cima al muro, contare sino a 100 e poi all'indietro sino a 37. E poi daccapo.
Piccola musica per concentrarvi sul mistero :-)

 



03/12/13

Lista delle cose da fare

Quando Silvante si alza il mattino, la prima cosa gli-le tocca è lucidare il pomello d'ottone che sta sul comò. Si, l'avete capito, l'ha proprio preso (diciamo che se ne è appropriato silenziosamente) da quel film degli anni '70. Solo uno, che se no si sentiva in colpa. Dunque, lucidatina al pomello d'ottone e poi svelto-a a lavare i denti. Prima di mangiare ? Si, che era meglio avere l'alito fresco sin da subito, per il lavoro seguente.
Alito fresco e pimpante, verso le 8:37 (precisissimo-a come un orologio quasi svissero) andava a soffiare leggermente sui fiori del balcone. Per svegliarli naturalmente, perché quei dormiglioni di elleboro, amavano poltrire. Tzss.. (aveva la sss moscia). Soffiatina leggera e poi via a fare (finalmente colazione).  A presto :-)

 

02/12/13

Complicato

Alors, ce soir c'est compliqué. Je suis en montagne, 1760 m/slm e très peu d'internet.
Donc. Giusto una piccola continuazione.

Vedete la finestra? quella qui sotto?
Bene, è la finestra che lui-lei (ora vi dico il nome, ma non sperate che vi dia lumi...) guarda ogni sera e cerca di capire chi accende e spegne le luci. Silvante (ecco, il leilui si chiama così) passa le notti a guardare finestre che si illuminano e si spengono e i giorni a correr dietro a topini golosi di bacche.  Ben quello che mi aspetto è che proviate a immedesimarvi un pochino (non troppo, non troppo).
Perchè nel frammezzo aveva un sacco di cose da fare. Quelle ve le racconto domani (che forse torno dalle montagne indenne). A presto :-)

 

01/12/13

Dalle bacche rosse


01.12.2013

 
 
Un topino. Ecco cos'era che aveva visto sgattaiolare sul muro (ma un topino può sgattaiolare? No, no, allora forse si dice stopilloare?).  Guardò meglio. Non riusciva a capire dove si era nascosto. Tra i rametti della rosa selvatica forse.
Eccole lì le bacche rosse.  Ma niente topo. Forse era andato dietro al muro? Si poteva andarci? E come? Poi lui (o lei, non ho ancora deciso) era troppo piccolo-a per arrampicarsi. Dunque andò a prepararsi un panino di semi di pistacchio col burro (aveva gusti raffinati) e decise di aspettare. Un'idea prima o poi gli-le sarebbe venuta. A presto :-)